Articolo "Dolore, sofferenza, … ed oltre" di Daniela Matta - Psicologa Psicoterapeuta | Cagliari, Sassari, Sanluri
Pratica psicologica, Psicoterapia individuale

Dolore, sofferenza, … ed oltre.

Un uomo è malato,  nonostante tutto, in ogni momento continua occuparsi dei propri affari e delle sue responsabilità e continua a portare avanti le routine di sempre, ma a fatica, soffre. Solo ad un certo punto, costretto a rendersi conto delle difficoltà di tutte le cose di cui si deve occupare, presta attenzione alla sua malattia, si sdraia ed aspetta; la sofferenza diminuisce e si addormenta.

Una donna perde la persona amata, si verifica un conflitto triste tra l’accettazione intellettuale da una parte ed i desideri e i ricordi dall’altra.

Una persona cerca di distrarsi dal dolore, un’altra obbedisce al segnale e si impegna nella sofferenza, evoca il passato, vede il presente frustrato senza speranza, non riesce proprio ad immaginare cosa dovrebbe fare adesso che ha toccato il fondo; angoscia, confusione e sofferenza sono prolungate.

Ci sono molte cose che vanno distrutte, annientate ed in seguito assimilate, questo è uno dei compiti più dolorosi dell’esistenza. In questo frattempo non ci si può dedicare ad affari meno importanti, cercando deliberatamente di reprimere il conflitto.

È così che il lavoro del lutto, o l’elaborazione dei grandi dolori, è completo. La persona è mutata e può crearsi la possibilità di andare avanti… liberando la strada nel presente.

La sofferenza emotiva spesso è un mezzo per impedire l’isolamento del problema. Solo attraversando la sofferenza, affrontando i conflitti che questa porta , la persona può continuare a crescere nella situazione presente.

Tanto prima si è disposti a rilassare la lotta contro il conflitto distruttivo, abbandonarsi al dolore e alla confusione, tanto prima la sofferenza finisce.

Il pericolo nella sofferenza emotiva e nel conflitto è che questo può distruggere, strappare a pezzi la persona, intrappolandola in quel blocco, disperdendo tutte le energie nel conflitto.

Il terapeuta sà bene che questo è il vero pericolo, ma non interverrà per ridurre il conflitto, ma per rafforzare l’autoconsapevolezza e il sé. Più si presta attenzione al conflitto e più questo si intensifica. È proprio in quel momento, quando la persona si rende conto che si tratta del suo conflitto e che questo la sta strappando, con il supporto del terapeuta, emergono le risorse della persona, la sua “creatività”, e si identifica con la soluzione che emerge… per poter ancora “lasciare libera la strada”.

“Lasciare libera la strada” (Tao)

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