Un uomo è malato, nonostante tutto, in ogni momento continua occuparsi dei propri affari e delle sue responsabilità e continua a portare avanti le routine di sempre, ma a fatica, soffre. Solo ad un certo punto, costretto a rendersi conto delle difficoltà di tutte le cose di cui si deve occupare, presta attenzione alla sua malattia, si sdraia ed aspetta; la sofferenza diminuisce e si addormenta.
Una donna perde la persona amata, si verifica un conflitto triste tra l’accettazione intellettuale da una parte ed i desideri e i ricordi dall’altra.
Una persona cerca di distrarsi dal dolore, un’altra obbedisce al segnale e si impegna nella sofferenza, evoca il passato, vede il presente frustrato senza speranza, non riesce proprio ad immaginare cosa dovrebbe fare adesso che ha toccato il fondo; angoscia, confusione e sofferenza sono prolungate.
Ci sono molte cose che vanno distrutte, annientate ed in seguito assimilate, questo è uno dei compiti più dolorosi dell’esistenza. In questo frattempo non ci si può dedicare ad affari meno importanti, cercando deliberatamente di reprimere il conflitto.
È così che il lavoro del lutto, o l’elaborazione dei grandi dolori, è completo. La persona è mutata e può crearsi la possibilità di andare avanti… liberando la strada nel presente.
La sofferenza emotiva spesso è un mezzo per impedire l’isolamento del problema. Solo attraversando la sofferenza, affrontando i conflitti che questa porta , la persona può continuare a crescere nella situazione presente.
Tanto prima si è disposti a rilassare la lotta contro il conflitto distruttivo, abbandonarsi al dolore e alla confusione, tanto prima la sofferenza finisce.
Il pericolo nella sofferenza emotiva e nel conflitto è che questo può distruggere, strappare a pezzi la persona, intrappolandola in quel blocco, disperdendo tutte le energie nel conflitto.
Il terapeuta sà bene che questo è il vero pericolo, ma non interverrà per ridurre il conflitto, ma per rafforzare l’autoconsapevolezza e il sé. Più si presta attenzione al conflitto e più questo si intensifica. È proprio in quel momento, quando la persona si rende conto che si tratta del suo conflitto e che questo la sta strappando, con il supporto del terapeuta, emergono le risorse della persona, la sua “creatività”, e si identifica con la soluzione che emerge… per poter ancora “lasciare libera la strada”.
“Lasciare libera la strada” (Tao)